domenica 19 novembre 2006

Cena con i nostri fratelli musulmani del 14/10/06

          In occasione della conclusione del Ramadan, la comunità islamica di Vicenza ha invitato alcune associazioni cristiane per una cena insieme. Per noi Giovani per un Mondo Unito è stata l'occasione per rafforzare il rapporto umano già iniziato con i due incontri multiculturali svoltisi a Montecchio negli anni scorsi.
          L'appuntamento del 14 ottobre è stato diverso rispetto a quelli precedenti: più familiare. Si è creato tra noi giovani e le famiglie della Comunità Islamica un "caloroso abbraccio" soprattutto grazie alla loro volontà di aprirci le porte del loro nuovo centro di preghiera di Vicenza, che abbiamo potuto visitare e del quale ci è stata spiegata la storia ed il significato. L'Imam Kamel, nel proprio discorso, ha richiamato tutti noi presenti ad impegnarci per creare quel rapporto di fraternità, che va al di là delle differenze di culto.
          A questo appuntamento abbiamo preso parte in circa una ventina di Giovani per un Mondo Unito, provenienti non solo dalla provincia di Vicenza, ma anche da Padova e Rovigo, attirati dalla voglia di avere un contatto diretto con i musulmani, di cui tanto si parla nelle cronache di attualità. Dopo la visita al centro islamico, ci si è spostati in una sala messaci a disposizione da un grande hotel, per un momento di festa insieme: una cena araba. Serviti con grande cordialità, abbiamo gustato pietanze a base di cuscus, verdure, pollo, frittata, il tutto accompagnato da pane arabo e thè marocchino. Per concludere, un ricco buffet di dolci tipici.
          Se i temi del terrorismo e dell'integralismo islamico spaventano oggi l'occidente, noi possiamo rispondere che questa serata è e rimarrà prova che, se si vive la cosiddetta "Regola d'oro" («­­Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te»), si scopre la chiave per conoscere ed apprezzare la cultura dell'altro, per costruire il dialogo. E questo "altro" non è più un nemico da sconfiggere, ma un fratello da amare. Parlando a tavola con i nostri ormai amici musulmani, ci siamo resi conto di quante siano le cose che ci uniscono nelle nostre religioni e di come tante volte ci si fermi a delle piccole differenze di cultura, per giudicarsi negativamente. La religione musulmana e la cultura dei paesi nei quali viene praticata (specialmente quelli arabi) vengono spesso fraintese, perché non le si conosce.
          Uno dei ragazzi musulmani presenti, ci raccontava quale fosse stato il suo shock arrivando in Italia, in Veneto, profondamente diverso dal Marocco. Il senso di ospitalità è uno dei capisaldi della cultura islamica, offrire ospitalità viene prima della conoscenza della persona che si ha di fronte. Come siamo stati abituati in maniera differente noi! Si dà credito alle persone solo dopo che queste hanno dimostrato di meritarselo. E così, per via di tanti malintesi culturali, perché non si ha il coraggio di mettersi nei "panni degli altri", ecco che si ergono muri enormi, per paura del diverso, di quello che può portare nel nostro paese, di ciò che "pretende", mentre basterebbe conoscere un po' di più per capire che l'accoglienza è un valore fondamentale nella civiltà islamica, ma anche in quella cristiana. Solo che forse ce ne dimentichiamo ogni tanto.
          Dopo questa serata, come Giovani per un Mondo Unito, sentiamo che un primo passo è stato fatto nell'abbattere questi muri che ogni giorno sempre più portano allo scontro tra civiltà. Vorremmo poter continuare questo dialogo con i nostri fratelli musulmani e continuare ad infrangere l'idea musulmano=terrorista. Dialogo quindi, partendo da semplici cose come delle cene, dei momenti di condivisione, per trovare risposte concrete ai grandi temi d'oggi. Dialogo per uscire dall'ignoranza che ci fa avere paura degli altri, che vivono vicino a noi. Sentiamo in cuore che ciò è possibile; così come lo è stato durante la cena del 14 ottobre può esserlo in ogni momento della nostra giornata. Solo così potremo sperare di essere veri costruttori di pace.

Altre immagini della serata:



sabato 18 novembre 2006

Senza amore non c'è la giustizia vera!

In questo mese di novembre stiamo vivendo questa Parola di Vita:
«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati» (Mt 5,6)

Nel linguaggio comune la parola "giustizia" richiama il rispetto dei diritti umani, l'esigenza di uguaglianza, l'equa distribuzione delle risorse umane, gli organismi chiamati a fare rispettare le leggi. E' questa la giustizia di cui parla Gesù? [...] Anche, ma essa viene come conseguenza di una giustizia più ampia che implica l'armonia dei rapporti, la concordia, la pace. [...]

Quando Gesù invita a dare anche il mantello a chi chiede la tunica, o a fare due miglia a chi chiede di farne una con lui , indica un "di più", una "giustizia più grande", che supera quella della pratica legale, una giustizia che è espressione dell'amore.
Senza amore, rispetto per la persona, attenzione alle sue esigenze, i rapporti personali possono essere corretti, ma possono anche diventare burocratici, incapaci di dare risposte risolutive alle esigenze umane.
Senza l'amore non ci sarà mai giustizia vera, condivisione di beni tra ricchi e poveri, attenzione alla singolarità di ogni uomo e donna e alla concreta situazione in cui essi si trovano. I beni non camminano da soli; sono i cuori che devono muoversi e far muovere i beni.[...]

Come vivere questa Parola di vita?
Guardando il prossimo per quello che realmente è: non soltanto un essere umano con i suoi diritti e la sua fondamentale uguaglianza davanti a tutti, ma come
la viva immagine di Gesù.
Amarlo, anche se nemico, con lo stesso amore con cui lo ama il Padre, e per lui essere disposti al sacrificio, anche supremo: "Dare la vita per i propri fratelli" .
Vivendo con lui nella reciprocità del dono, nella
condivisione di beni spirituali e materiali, così da diventare tutti una sola famiglia.
Allora il nostro anelito ad un mondo fraterno e giusto, così come Dio lo ha pensato, diventerà realtà.
Lui stesso verrà a vivere in mezzo a noi e ci sazierà della sua presenza.

Questo è un estratto. Leggi la » Parola di Vita completa.